I NOSTRI PROGETTI

Una delle caratteristiche che sicuramente lega tra loro i nostri progetti, nonostante le grandi distanze che spesso li separano, è la voglia di CONOSCERE.
Conoscere le persone, conoscere la diversità, conoscere le realtà lontane
per geografia e cultura, conoscere i modi per aiutare chi ne ha bisogno, e cercare di farlo.

Perchè ogni progetto – educativo, scolastico o di volontariato – offre a chi ne fa parte un po’ di conoscenza in più, di se stessi e degli altri.
Per realizzare un futuro libero e rispettoso per tutti.

ITALIA

VOLONTARIATO

ATTIVITA’ DEI VOLONTARI

  • La maggior parte delle attività svolte sul territorio sono fatte da volontari. Gli incontri si svolgono ogni 15 giorni circa, presso la sede di Trento, per programmare e organizzare le attività (sensibilizzazione, mercatini, cene e d eventi solidali, mostre, ecc…).
    Per partecipare agli incontri scrivere a info@whyinsieme.org

INCONTRI DI PREPARAZIONE PER VOLONTARI

  • Incontri di preparazione per i volontari dei campi a Zanzibar

SENSIBILIZZAZIONE ALLA COOPERAZIONE
E SVILUPPO DELL’INTERCULTURALITÀ

PROGETTI NELLE SCUOLE

ZANZIBAR

In contemporanea con l’intervento post Tsunami, che ci ha visti coinvolti assieme a diverse associazioni trentine nel Tamil Nadu in India, e dopo la conslusione dell’esperienza di Asmara, ci è stato chiesto come WHY di ritornare nel continente africano, a Zanzibar.

La richiesta consisteva in un intervento a favore della scuola del villaggio di Jambiani tramite la mediazione di una associazione che da anni promuoveva a Zanzibar percorsi di turismo responsabile.
Così, la sede di Zanzibar (Tanzania) venne aperta nel 2006, nel villaggio di Jambiani (parte meridionale dell’isola), e registrata come WHY Ngo con l’atto societario n°6 del 1995 col numero 467 – a Zanzibar, il 25 settembre 2006.

Il board di WHY Ngo è costituito da referenti delle comunità locali che operano in coordinamento con il Consiglio Direttivo di WHY odv.

  • Il primo intervento prevedeva attività a favore della primary school (le scuole elementari) di Jambiani, Charawe e Uzi, all’interno delle strutture stesse e in supporto al Ministero dell’educazione. Il programma era volto ad arginare il fenomeno preoccupante dell’abbandono scolastico, a promuovere l’inserimento a scuola degli studenti diversamente abili e a migliorare il livello formativo degli insegnanti.

  • Lo stato di evidente inadeguatezza delle poche strutture già esistenti (fatiscenti, sottodimensionate e spesso affidate all’opera volontaria delle mamme dei bambini, che oltre ad essere saltuaria non prevedeva un percorso pre-scolastico adeguato) o la totale assenza di tali strutture portarono alla necessità, nella maggior parte dei casi, di intervenire innanzitutto sulle strutture, con ristrutturazioni o costruzioni, e poi sulla scuola vera e propria. Questo modo di procedere trovò – e trova tutt’ora – l’approvazione nelle linee guida del Ministero dell’educazione di Zanzibar, con il quale opera l’associazione WHY. I bambini che frequentano le nostre strutture (chiamate “asili” anche se le età dei piccoli studenti non sempre corrispondono al triennio 3/6 anni) iniziano già a familiarizzare con alfabeto e numeri, quaderni e colori, e i più grandicelli hanno anche lezioni e piccole verifiche. Alla fine del ciclo triennale (ma se qualche bambino necessita di più tempo può rimanere più a lungo) i piccoli possono così accedere alla primary con una preparazione già avviata e strutturata, essendo già in grado di leggere, scrivere e fare le operazioni di base.

  • Visto il successo lo stesso programma venne in seguito esteso ad altre 3 scuole, sempre collocate nelle zone rurali e quindi più bisognose. Col tempo però ci si rese conto della necessità di coinvolgere anche i bambini più piccoli in una struttura comunitaria prescolare (asili) in grado di intervenire preventivamente sulle cause del diffusissimo fenomeno dell’abbandono scolastico dalle scuole elementari. Analizzandolo meglio capimmo che questo problema era causato da fattori difficilmente risolvibili in via diretta, tra cui il numero troppo elevato degli studenti rispetto alle reali capacità delle primary schools ministeriali, lo svolgimento saltuario e spesso approssimativo delle lezioni, l’eccessivamente tarda iscrizione di molti bambini alla scuola (alcuni anche a 12 anni), con la conseguente scarsa capacità di stare in classe e di seguire con la necessaria concentrazione le lezioni. Queste ragioni, la necessità di poter lavorare più autonomamente sulla gestione dei progetti e con un coinvolgimento diretto con tutti gli operatori coinvolti, e la richiesta specifica delle comunità locali, ci portarono ad agire anticipatamente sul percorso scolastico normale, per dare ai bambini una formazione prescolastica adeguata ad affrontare meglio e con più preparazione il percorso scolastico “obbligatorio” delle primary, altrimenti lacunoso, incerto e destinato ad essere abbandonato prematuramente.

  • Scuola dell’infanzia di Kikadini
  • Scuola dell’infanzia di Mwendawima
  • Scuola dell’infanzia di Kibuteni
  • Scuola dell’infanzia di Charawe
  • Scuola dell’infanziadi Uzi Ng’ambwa
  • Scuola dell’infanzia di Unguja Ukuu
  • Scuola dell’infanzia di Sogeani
  • Scuola dell’infanzia di Jumbi
  • Scuola dell’infanzia di Mtende
  • Scuola dell’infanzia di Kibidijia
  • polo scolastico di Mtende 
  • scuola elementare di Kikadini
  • scuola elementare di Uzi
  • scuola elementare di Charawe
  • Contesto. Nell’isola di Pemba, la seconda per dimensioni dell’arcipelago di Zanzibar, ci sono diverse associazioni di produttori e cooperative agricole legalmente costituite, ma le loro capacità operative sono limitate a causa di croniche debolezze gestionali e carenze tecniche e infrastrutturali. La produzione agricola per la sicurezza alimentare è realizzata su piccole aree non specializzate, da famiglie di agricoltori che vivono quasi esclusivamente di sussistenza. Le tecniche agricole sono tradizionali e le rese di produzione sono molto basse, nonostante le potenzialità. Riso, arachidi, mais e alcuni prodotti ortofrutticoli costituiscono sono una parte essenziale della dieta locale. Ma la commercializzazione dei prodotti agricoli per il mercato locale, che potrebbe dare un valore aggiunto ai produttori, presenta notevoli limiti a causa della scarsa tecnologia applicata nelle fasi di raccolta, stoccaggio e trasporto e dell’inefficace organizzazione delle stesse cooperative di piccoli agricoltori.

  • Obiettivi del progetto. Il progetto Agricoop II, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, rientra negli obiettivi generali della politica di sviluppo locale delineata nel documento firmato dallo stesso Presidente di Zanzibar, Amani A. Karume, denomiato “Zanzibar Agricultural transformation for sustainable development 2016-2020”. Il progetto aveva come obiettivo quello di affrontare alcuni punti critici contenuti nel documento e discussi precedentemente con il Ministero dell’agricoltura di Zanzibar dal partner italiano di progetto Fondazione Ivo de Carneri di Milano. In particolare il tema degli investimenti pubblici e dell’accesso a finanziamenti da parte dei produttori, della commercializzazione dei prodotti agricoli, della trasformazione dei prodotti per la creazione di valore aggiunti per i produttori, del rapporto con il mercato, della sostenibilità ambientale delle produzioni. Nello specifico, il progetto ha permesso di affiancare tra cooperative agricole del distretto di Chake Chake sia per quanto riguarda le loro coltivazioni, aumentando le rese e migliorando la conservazione dei prodotti, sia per quanto riguarda la loro organizzazione, aumentando le capacità e le competenze gestionali. Gli obiettivi specifici del progetto sono stati 3: 1) Rafforzare l’organizzazione interna, la capacità gestionali e commerciali delle cooperative agricole locali e promuovere il modello cooperativo; 2) Ridurre le perdite post-raccolto dei prodotti agricoli da parte degli agricoltori aderenti alle cooperative agricole beneficiarie; 3) Diffondere l’uso di semente migliorata e adeguate tecniche di gestione del suolo per l’incremento delle rese, della qualità del prodotto e della sostenibilità ambientale. Al raggiungimento degli obiettivi del progetto hanno collaborato anche: la Federazione Trentina della Cooperazione, per la parte riguardante lo sviluppo delle competenze gestionali delle cooperative; il Comune di Cles, nell’ambito del gemellaggio Cles- Pemba per la divulgazione dell’iniziativa in Trentino; la ditta Angeli idraulica s.r.l. che in collaborazione con al ditta veronese Pedrollo s.p.a., i è occupata di installare e rendere operativi in loco alcuni sistemi irrigui di piccole dimensioni presso le Cooperative beneficiarie dell’azione e ad eseguire la formazione tecnica per la manutenzione dei sistemi e la Ivo de Carneri Foundation Zanzibar Branch che ha fornito supporto logistico logistico in loco, facilitando i flussi di informazioni ed i contatti con le istituzioni locali e partecipano alla realizzazione ed alla divulgazione dell’iniziativa.

  • Destinatari del progetto. Beneficiari diretti del Progetto sonostati le oltre 100 famiglie delle tre Cooperative agricole locali di cui sono indicati i membri, corrispondenti ad altrettante famiglie locali: cooperativa Kibokoni Sacco, con 55 membri – 15 uomini e 40 donne; cooperativa Jitihada, con 43 membri – di cui 20 uomini e 23 donne; cooperativa Tusirudi Nyuma, con 7 membri – 3 uomini e 4 donne; 90alunni e 10 insegnanti di tre Scuole primarie di Pemba, 5 gruppi di donne per un totale di circa 45 beneficiati, i funzionari del Ministero dell’Agricoltura che hanno fruito delle attività di capacity building. Beneficiari indiretti sono gli abitanti soprattutto nel Distretto di Chake Chake, gli abitanti dell’isola di Pemba (406.808 abitanti) e quelli dell’isola di Unguja (896.721 abitanti).

  • Azioni. Tra le azioni realizzate vi sono: OBIETTIVO 1) Analisi partecipativa del fabbisogno formativo delle cooperative in loco e da remoto con questionari ed indagine; Formazione per le cooperative beneficiarie, in parte dello staff locale ed in parte condotta da remoto; Supporto alle capacità della Cooperativa Uzamaki e ristrutturazione di un locale con funzione di commercializzazione dei prodotti delle Cooperative beneficiate; Ciclo di seminari laboratoriali sul tema della sicurezza alimentare presso le Scuole primarie di Pemba; Formazione via smart working per lo staff in loco via corso UNITAR sul microcredito; Contatti con alcuni resort locali di Pemba per sviluppare la filiera corta dei prodotti agricoli locali; Comunicazione e visibilità. OBIETTIVO 2) Tre aree dimostrative di 5000 mq cada per due anni per tecniche agronomiche sostenibili: gestione del suolo; gestione irrigua; difesa fitosanitaria integrata e sostenibile; elementi di agricoltura biologica; introdotto materiale genetico migliorato (ortaggi) e formazione sull’uso, la selezione, la produzione locale di semi e la costituzione di una banca dei semi; Formazione: “field farmers schools” ogni anno presso le Cooperative beneficiate; training di presenza e online su tecniche agronomiche sostenibili, Infrastrutture: impianti di micro irrigazione localizzata (2 per totali 1,5 ha); un sistema di sollevamento fotovoltaico; un allacciamento elettrico; due pozzi per l’irrigazione; tre serbatoi irrigui; una serra tunnel di 80 mq per la produzione di semenzali; uno sterilizzatore di suolo. OBIETTIVO 3) Cicli di seminari/laboratori formativi nella prima e nella seconda annualità su stoccaggio e conservazione dei prodotti con formazione e training online sul trattamento post-raccolta e conservazione dei raccolti.

  • Risultati raggiunti. Il progetto, che si è concluso nel mese di giugno 2021, ha permesso di ottenere i seguenti risultati: 1) Conoscenza migliorata sulle attuali capacità operative, dei bisogni e delle priorità di intervento delle cooperative agricole beneficiarie e del cooperativismo, incluso l’accesso al microcredito in particolare per gruppi di donne; 2) Capacità gestionali, organizzative e tecniche dei soci delle 3 cooperative agricole beneficiarie e dei suoi dirigenti migliorano e producono sistemi interni di monitoraggio e controllo tecnico della gestione; 3) Base di partenza per una organizzazione di secondo grado per la commercializzazione comune dei prodotti delle 3 Cooperative beneficiarie; 4) Capacità operative, di trasporto e vie di commercializzazione delle 3 Cooperative beneficiarie migliorate; 5) Migliorata la conoscenza anche presso le Scuole dei temi legati alla sicurezza alimentare.

Formazione cooperativa laboratoriale Pemba

Kazi Ni Uai – allacciamento del pompaggio alla linea elettrica

Kibokoni coop – istallazione sistema fotovoltaico

Kibokoni coop – sistema sollevamento fotovoltaico

Kazi Ni Uai – serra tunnel con nuovo telo anti insetti e ombreggiante

Kibokoni coop – sbramatrice sbiancatrice riso

Kibokoni coop – sbrama sbiancatrice per riso

Tisirudi Coop _ ampliamento sistema irrigazione

Workshop on line sulla gestione cooperativa

Formazione laboratoriale cooperativa

Formazione cooperativa laboratoriale

Uzamaki coop – magazzino – stanza del freddo

 

A documentazione delle attività è stato realizzata, con la collaborazione della Boutique dell’Immagine di Trento, una video-intervista alla coordinatrice locale del progetto Agricoop II a Zanzibar, Asha Omar Faki.

Periodicamente WHY ospita nella sua sede a Zanzibar persone disposte a vivere un’esperienza di volontariato internazionale, organizzando campi di volontariato a breve o a lungo termine, in base alle esigenze dei progetti.

Attualmente il gruppo di lavoro è composto da collaboratori sia italiani che, soprattutto, locali, impegnati nella realizzazione e nel necessario coordinamento dei tanti progetti attivati.
I progetti – non solo asili, ma anche scuole e altre strutture di utilità sociale – sono realizzati principalmente in zone rurali e disagiate. Essi sono concepiti e sviluppati in stretta collaborazione con le comunità locali, e con i Ministeri dell’educazione e della sanità.
Ad oggi sono stati recuperati o realizzati 9 asili, sparsi nel sud dell’isola, che accolgono oltre 800 bambini. I piccoli possono beneficiare di un’istruzione pre-scolastica di buon livello che li porta, alla fine del triennio, a saper leggere, scrivere, contare. Hanno accesso a strutture sicure e curate, ricevono pasti giornalieri e materiale scolastico adeguato. Gli insegnati che vi lavorano hanno un’occupazione sicura ed equamente retribuita, oltre che la possibilità di frequentare i corsi di aggiornamento ministeriali.
Oltre ai buoni risultati sul piano scolastico dei bambini, col tempo la partecipazione alla vita degli asili è diventata viva e sentita sul territorio. La gestione di ogni struttura è affidata ad un comitato composto da rappresentanti dei genitori, dagli insegnanti e da un responsabile di WHY, che cooperano insieme per provvedere e programmare le attività svolte dai bambini.
Tale metodo di lavoro vorrebbe portare ad una responsabilizzazione sempre maggiore delle comunità, con la creazione di una “rete” tra gli asili che dia supporto, metodo e coordinamento tra le singole strutture, portando ad una progressiva riduzione dell’intervento dell’Associazione stessa.

Nell’ambito delle attività sul territorio WHY ospita nella sua sede zanzibarina gruppi di persone disposte a vivere un’esperienza di volontariato internazionale.

TANZANIA

La nostra felice collaborazione col gruppo Gocce d’Amore, iniziata anni fa, si sta sviluppando sempre più in questi anni grazie anche al bel rapporto di fiducia che si è instaurato tra di noi. Ci hanno aiutati molto nella realizzazione dei nostri progetti, e alcuni di loro sono venuti più volte a trovarci anche a Jambiani, per visitare gli asili. Per i bambini è sempre una grandissima festa quando Babu Franco, Babu Peppe, e i loro compagni di viaggio arrivano nelle classi portando sorrisi, abbracci e dolcetti per tutti…

Gocce d’Amore, che nel tempo è diventata Associazione, ha promosso la realizzazione di un bel progetto anche sulla “terra ferma”, come a Zanzibar viene chiamata la parte continentale della Tanzania, più precisamente a Lukobe, nella regione di Mwanza (nei pressi del Lago Vittoria).

Franco e Peppe, in un viaggio di qualche anno fa, erano rimasti molto colpiti dal grande numero di bambini orfani e semi-orfani presenti nella zona, dalle loro drammatiche condizioni di vita, e dalla mancanza di strutture sufficienti per sopperire ai loro bisogni primari. Per questo decisero di intervenire.

Nel tempo i viaggi sono stati altri, l’assetto dell’Associazione Gocce d’Amore si è strutturato, il rapporto di collaborazione con noi si è rafforzato, ARRIVANDO COSÌ REALIZZARE I SEGUENTI PROGETTI:

Rivolta a bambini e bambine orfani eo abbandonati, e portatori di disabilità (il progetto è ancora da definire vista la grande complessità che esso comporta).
È una struttura realizzata in tre lotti: locale dormitorio, locale magazzino, cucina refettorio + dispensa. È dotata di un pozzo, di un sistema fotovoltaico, e di un cortile recintato e protetto che si sviluppa tutt’intorno alle strutture e dove i bambini possono giocare in sicurezza all’ombra degli alberi.

Orfanotrofio attivo da tempo e realizzato dalla ONG locale Hisani, si occupa di circa 90 bambini e ragazzi di strada. È stato attivato un rapporto di sostegno con Gocce d’Amore.

Con grande lungimiranza, Gocce d’Amore ha da subito avuto un occhio attento anche alla possibile autosostenibilità dei progetti ai quali ha deciso di dedicarsi…
Parallelamente alla Casa di Grazia è stata dunque realizzata una fattoria dal duplice scopo: produrre cibo per i pasti dei bambini, ma anche prodotti da vendere nei mercati locali ricavando così fondi per sostenere le spese dell’intera struttura.
Ora si allevano mucche, vitelli, maiali, e polli da carne e da uova, e si coltivano pomodori e ortaggi vari che già rappresentano un buon aiuto per il mantenimento del progetto nel suo complesso. Aiuto che, si spera, col tempo possa incrementarsi sempre più arrivando a coprire il più possibile i bisogni Casa.

Si tratta di una struttura iniziata precedentemente da alcune realtà associative locali, ma ferma e incompleta a causa della mancanza di fondi. Gocce d’Amore vorrebbe ultimarla, e renderla attiva il prima possibile, anche per avere un posto adeguato dove eventualmente curare i piccoli ospiti della Casa di Accoglienza. Il primo ospedale raggiungibile dagli abitanti del luogo dista infatti diverse decine di kilometri, che loro sono costretti il più delle volte a fare a piedi perché i mezzi di trasporto sono pochi e costosi, e spesso questo comporta una condanna per il malato che non riesce a ricevere le cure in tempo.

Si tratta di una struttura iniziata precedentemente da alcune realtà associative locali, ma ferma e incompleta a causa della mancanza di fondi. Gocce d’Amore vorrebbe ultimarla, e renderla attiva il prima possibile, anche per avere un posto adeguato dove eventualmente curare i piccoli ospiti della Casa di Accoglienza. Il primo ospedale raggiungibile dagli abitanti del luogo dista infatti diverse decine di kilometri, che loro sono costretti il più delle volte a fare a piedi perché i mezzi di trasporto sono pochi e costosi, e spesso questo comporta una condanna per il malato che non riesce a ricevere le cure in tempo.

INDIA

TAMIL NADU

Queste attività si sono svolte nell’ambito di un intervento multisettoriale denominato “Ricostruire insieme a favore delle popolazioni colpite dal maremoto nell’Oceano Indiano del 26.12.2004.

Gli interventi sono stati finanziati dal Fondo Vittime del maremoto, promosso da Provincia Autonoma di Trento, Consorzio dei Comuni Trentini, Associazione degli Industriali della Provincia di Trento, Federazione Trentina delle Cooperative, Unione Commercio, Turismo e Attività di Servizio, Confesercenti del Trentino, Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, Associazione albergatori della Provincia di Trento, C.G.I.L. del Trentino; C.I.S.L. del Trentino; U.I.L. del Trentino.

Oltre a WHY hanno partecipato al progetto anche le associazioni GTV – Gruppo Trentino Volontariato e MICROFINANZA E SVILUPPO.

L’obiettivo generale mirava al il ripristino del tessuto sociale ed economico delle comunità colpite dal maremoto nel distretto di Cuddalore, nel Tamil Nadu, e al miglioramento delle preesistenti condizioni sociali, economiche e sanitarie.

Il macroprogetto era suddiviso in diversi settori di intervento:

  • Costruzione di 14 magazzini per le cooperative di pescatori;
  • Costruzione di 13 negozi per la commercializzazione del pesce
  • Microcredito in favore dei venditori di pesce in bicicletta
  • Costruzione di un salone comunitario
  • Corsi su tematiche igienico-sanitarie e nutrizionali
  • Doposcuola serali per i bambini
  • Creazione di 10 centri di formazione di sartoria
  • Laboratorio di sartoria
  • Costruzione di 3 nuove aule nella New Modern School

ERITREA

PROGETTI EDUCATIVI

La prima opera di WHY è stata realizzata ad Asmara, nel 2005. Purtroppo a causa della difficile condizione politica del Paese dopo breve tempo non sono più stati rilasciati i permessi di lavoro ai cooperanti e quindi non è stato possibile continuare nell’opera iniziata.

  • Scuola elementare Asmud, Asmara

Stato progetto: sospeso

IL 2014 DELLA SEDE WHY A TRENTO

Ecco un report delle attività fatte dalla sede di Trento.

In realtà sono solo alcune delle tantissime attività svolte, perché qui più che altro si fa il lavoro “nascosto”. Ma non nel senso che non deve essere visto, eh! Nascosto perché è il lavoro che sta “dietro” a tutto ciò che da fuori si vede fare da WHY. Qui si prepara, si pianifica, si amministra, si gestisce, si bada a che tutto si incastri al meglio, si raccolgono le idee, si scrivono i progetti, si organizzano gli eventi… Cose non sempre facili, a volte noiose, spesso date per scontate, sempre però necessarie affinché WHY possa portare avanti le sue opere.

Una di queste opere, una in cui crediamo tantissimo, è il  VOLONTARIATO, che tiene in piedi l’associazione e la fa proseguire nonostante le difficoltà di questi tempi.

La forma di volontariato più “ambita” è certamente quella che si svolge a Zanzibar, presso i nostri progetti. Volontariato che nasce però a Trento, attraverso un percorso di preparazione che coinvolge sia i partecipanti che i volontari “storici” di WHY, impegnati nella realizzazione di tutti quei passaggi necessari affinché il viaggio di volontariato si concretizzi davvero… Quest’anno abbiamo avuto due gruppi di volontari, entrambi organizzati con formule nuove per noi: a marzo è sceso il quartetto dei GIOVANI SOLIDALI, coinvolti nella bellissima iniziativa promossa dal Comune di Rovereto della quale abbiamo avuto il piacere di essere partner per la prima volta quest’anno, hanno portato il loro entusiasmo a Jambiani.

Il secondo progetto di volontariato del 2014, questa volta organizzato interamente al nostro interno, è partito ad agosto ed ha coinvolto due ragazze, ANNA e FRANCESCA, che nell’arco di più di un mese hanno prestato servizio presso la scuola di MTENDE.

Anche noi volontari di Trento non ci siamo annoiati, nel frattempo…

Quest’anno abbiamo organizzato ben TRE CENE SOLIDALI, eventi che ci richiedono tantissimo impegnano per la loro realizzazione ma che portano sempre ottimi risultati. La prima cena, dedicata alle donne, si è tenuta il 5 aprile, a Rovereto

La seconda nei pressi di Trento, l’11 aprile, ed è stata una bellissima novità: un compleanno solidale. Una serata speciale per una persona speciale: Susanna, che per festeggiare il suo compleanno ha scelto noi per trascorrere una serata con parenti e amici all’insegna della solidarietà. Un regalo fatto davvero col cuore!

La terza, sempre a Trento, il 25 ottobre, durante la quale abbiamo festeggiato i primi 10 anni di WHY Onlus. Una serata bellissima che abbiamo raccontato in questo articolo

Sempre nell’ambito delle attività di sensibilizzazione e di raccolta fondi, abbiamo organizzato alcuni MERCATINI, forti della presenza dei bellissimi prodotti realizzati dai sarti di Jambiani e che stanno riscuotendo un successo strepitoso. Molti gli acquisti direttamente qui in sede, e durante i mercatini organizzati in varie occasioni.
In particolare voglio ricordare l’iniziativa di alcuni cari amici di Monza, che ci hanno organizzato un aperitivo solidale casalingo dove abbiamo presentato i nostri progetti e proposto i nostri prodotti, e che ha avuto un’ottima risposta!
E poi Orzinuovi con la Notte Azzurra dedicata alla Nazionale, Eggi con la festa paesana…

Tutte iniziative nate da persone che credono nei nostri progetti perché ci hanno conosciuti, hanno visto il nostro lavoro e hanno deciso di contribuire a sostenerlo.

Questo 2014 ha visto anche la parte più consistente del progetto “Raccontami una storia lontana”, in parte finanziato dalla Provincia di Trento.
Un progetto che ho realizzato per portare a conoscenza dei bambini di asili e elementari la realtà dei loro piccoli “colleghi” a Zanzibar, per riflettere insieme sui tanti aspetti che possono fare differenza tra il vivere qui e laggiù, ma anche per far emergere gli elementi in comune che legano tra loro con un filo immaginario tutti i bambini, anche i più lontani.
Elementi che li pongono tutti sulla stessa strada, quella verso la realizzazione del loro futuro: il diritto all’istruzione, la possibilità di andare a scuola, la voglia di giocare insieme, la capacità di inventarsi soluzioni anche davanti alle difficoltà usando fantasia e ottimismo.
Ottima la risposta dei bambini, e straordinaria la collaborazione delle loro insegnanti, anche quando durante i laboratori di costruzione dei “giocattoli ricicloni” abbiamo invaso le classi di bottiglie e materiale di recupero…

Probabilmente ho dimenticato moltissime altre cose che abbiamo fatto qui presso la sede di Trento, e che sarebbero interessanti da raccontare…
Ma spero di aver almeno un po’ stimolato l’interesse verso questa “metà della mela” che da forma a WHY Onlus, che non è solo Zanzibar…  E magari stuzzicato la voglia a qualcuno di voi, di provare a venire a fare del buon sano volontariato anche qui: così lontano dai nostri progetti eppure così fondamentale per la loro esistenza!